
Fonte: Enciclopedia Treccani
Etimologia dal lat. tardo paradigma, gr. παράδειγμα, der. di παραδείκνυμι «mostrare, presentare, confrontare», comp. di παρα- «para-2» accanto, oltre, e δείκνυμι «mostrare»
1 Esempio, modello di riferimento.
In partic., in grammatica, modello di declinazione o di coniugazione dato dai manuali di studio; anche, l’enunciazione delle forme fondamentali di un verbo, da cui derivano tutti gli altri tempi del verbo stesso (così, per es., il paradigma del verbo pingĕre si enuncia: pingo –is, pinxi, pictum, pingĕre).
2 Nel linguaggio filos., termine usato da Platone per designare le realtà ideali concepite come eterni modelli delle transeunti realtà sensibili, e da Aristotele per indicare l’argomento, basato su un caso noto, a cui si ricorre per illustrare uno meno noto o del tutto ignoto. Con altro sign., il termine è stato recentemente introdotto nella sociologia e filosofia della scienza per indicare quel complesso di regole metodologiche, modelli esplicativi, criterî di soluzione di problemi che caratterizza una comunità di scienziati in una fase determinata dell’evoluzione storica della loro disciplina: a mutamenti di paradigma sarebbero in tal senso riconducibili le cosiddette «rivoluzioni scientifiche».