
Insegnare ai bambini significa realizzare un domani migliore sia sociale che culturale, questa è la sfida del terzo millennio ed è possibile solo se si considera ogni individuo come capace di conoscere e creare.
L’essere umano è possibilità, è speranza, è sogno, movimento ininterrotto di pensiero, passione, continua spinta di rigenerazione. Insegnare ai bambini nella complessità con l’utilizzo sempre più diffuso della DaD didattica a distanza, ma anche di tutte le tecnologie, a cui ci stiamo adeguando al di là delle crisi, richiede cambiamenti, trasformazioni migliorative e una formazione mirata, protagonista di una nuova cultura umana e sociale.
L’educatore, il docente o il genitore, che si prende cura di insegnare ai bambini deve formarsi ad un nuovo pensiero che nutre e coltiva i talenti individuali e le virtù umane, senza standardizzazioni nell’istruzione ed educazione. Questa è la chiave per un domani migliore.
La speranza di un futuro riumanizzato sta nell’infanzia, nell’insegnare ai bambini è contenuta la speranza del domani, che deve tradursi in un macro obiettivo umanistico universale.
Imparare ad apprendere è un bisogno innato dell’essere umano, un bisogno che egli cerca di soddisfare sin dal momento in cui entra nella scena della vita. Insegnare ai bambini è una questione di talento, un talento che ciascuno possiede e che spesso viene deprivato della sua bellezza o mai riconosciuto.
L’individuo deve, come in un vero Rinascimento, essere costruttore di Cultura dove la macchina sia al servizio dell’individuo e mai viceversa, dove a dominare siano il pensiero, il dialogo empatico, lo sguardo, il contatto, che sia in remoto o meno, in una parola dove l’individuo è protagonista attivo della società, mettendo a frutto i suoi talenti, peculiarità, imperfezioni, ma anche opportunità di inventiva e innovazione e questo deve essere filosoficamente la matrice fondamentale da tenere a mente per insegnare ai bambini e adolescenti, gli uomini della la civiltà di domani.